Tra il 1024 e il 1025 il monaco benedettino San Romualdo fonda l’Eremo di Camaldoli, cercando di coniugare nella congregazione Camaldolese la tradizione monastica orientale e quella occidentale, nello specifico benedettina. L’unione di queste due tradizioni è espressa nella presenza dell’Eremo di Camaldoli, che rappresenta la visione orientale del monachesimo incentrata sulla meditazione solitaria, e dal Monastero di Camaldoli fondato nel 1046 con la costruzione dell’ospedale accanto alla chiesa, che rappresenta la tradizione occidentale.
Nel XII secolo all’ospedale viene aggiunta la spezieria di Camaldoli, che produceva i medicinali necessari all’ospedale per la cura dei malati, che arrivavano dai paesi limitrofi.
Per lo sviluppo successivo dell’arte speziale a Camaldoli sono importanti gli indirizzi contenuti nella Regola della vita eremitica di Paolo Giustinian, del 1520. Nella regola più volte viene raccomandata alla Comunità monastica la cura dei vasi e delle stanze dell’infermeria, di stipendiare un medico esterno, e a provvedere che non manchino mai le medicine necessarie alla cura degli infermi.
Nel XVIII secolo con la chiusura dell’ospedale la spezieria si trasforma nell’Antica Farmacia di Camaldoli, che ancora oggi crea e vende prodotti monastici, cosmetici e non, di grande qualità grazie alla millenaria conoscenza accumulata dai monaci con la spezieria e l’ospedale. Da ricordare la Lacrima d’Abeto, l’Elixir dell’Eremita, il Laurus e l’Amaro Tonico, ricette vecchie di secoli, nate come concotti curativi e poi affinati come liquori.